Al secolo
Gerberto di Aurillac.
Cresciuto in Alvernia, si formò nel monastero benedettino di
Saint-Géraud ad Aurillac, dove studiò sotto la guida di Remigio
d'Auxerre. Continuò la sua istruzione in Spagna, a Viche e, secondo
alcune fonti, presso le scuole arabe di Cordoba. Posto sotto protezione del
conte catalano Borrel, lo accompagnò a Roma dove conobbe papa Giovanni
XIII, il quale, colpito dalla sua cultura, lo volle tenere con sé. Nel
972 si trasferì a Reims dove, per circa dieci anni, si dedicò
all'insegnamento e alla raccolta di codici. Nel 983 fu nominato da Ottone II
abate del grande monastero di San Colombano a Bobbio, dove aprì una
scuola destinata a divenire in breve tempo famosa. Dopo la morte di Ottone,
S. si spostò in Germania e da lì in Francia, di nuovo a
Reims, dove fu nominato arcivescovo (991); papa Giovanni XV annullò
però il provvedimento. Rifugiatosi in Germania, venne nominato maestro di
corte da Ottone III che lo fece proclamare vescovo di Ravenna (998). Nel 999,
S. fu eletto papa: in questa veste promosse l'attività di
apostolato in Polonia e Ungheria ed elaborò un progetto di restaurazione
dell'Impero cristiano incentrato su Roma. Nel 1001, dopo una rivolta dei
Tivolesi, ennesimo atto di una lunga diatriba tra le città di Tivoli e
Roma, fu costretto a fuggire, insieme con Ottone III, a Todi. Rientrò
quindi a Roma, ma poco dopo morì, lasciando incompiuti tutti i suoi
progetti. Fu sepolto in Laterano. Gli successe Giovanni XVII. Erudito di grande
fama,
S. fu autore di numerose opere, di cui ci restano un epistolario,
una
Geometria e scritti vari di teologia e filosofia (Aquitania 938 circa
- Roma 1003).